Il mercurio è un metallo pesante altamente tossico ed è stato riconosciuto come inquinante globale in grado di produrre rilevanti effetti negativi sulla salute umana e sull’ambiente. Questa sostanza e alcuni dei suoi composti possono causare gravi effetti sulla salute, tra cui danni irreparabili al sistema nervoso centrale, nonché sull’ambiente. Gli effetti del mercurio possono presentarsi anche a livelli di esposizione molto bassi. Feti, neonati e bambini sono tra i più vulnerabili e sensibili agli effetti avversi del mercurio e dei suoi composti.
Il mercurio è diffuso su tutto il pianeta. Oltre ad essere presente come elemento in ambiente ed emesso in atmosfera per effetto di fenomeni naturali (come incendi boschivi, eruzioni vulcaniche o attività geotermiche), viene emesso e rilasciato da alcune attività antropiche, che si stima siano diventate la principale causa di emissioni (in aria) e rilasci (in acqua e nel suolo) di mercurio.
Tra tali attività antropiche rientrano la combustione di carbone fossile, alcuni processi industriali che fanno uso di mercurio e di suoi composti (industria chimica, cementifici, raffinazione del petrolio), l’attività estrattiva nelle miniere di mercurio (messa al bando nell’Unione Europea, ma ancora in atto in altre aree del pianeta) e quella legata all’attività estrattiva artigianale su piccola scala nelle miniere d’oro. Il mercurio viene usato nelle miniere d’oro per separare l’oro grezzo dai residui di roccia.
Il mercurio può essere contenuto in vari prodotti come interruttori elettrici, attrezzature per la misurazione, lampadine, batterie, amalgama dentale, prodotti cosmetici, prodotti farmaceutici e vernici.
Il mercurio, per le sue particolari caratteristiche fisiche e chimiche, si distribuisce nell’ambiente tra aria, acqua, sedimenti, suolo e biota in varie forme e può essere trasportato per lunghe distanze nell’atmosfera, depositandosi anche molto lontano dal luogo di emissione. Inoltre, non essendo soggetto a degradazione, persiste nell’ambiente.
Il metil-mercurio, composto particolarmente tossico, è soggetto a bioaccumulo* nei tessuti adiposi degli esseri viventi (incluso l’uomo) e quindi va incontro a biomagnificazione** attraverso la catena alimentare, ritrovandosi in quantità elevate in particolare nei pesci di grandi dimensioni che occupano i gradini più alti della catena alimentare (come tonni, pesci spada etc.).
L’esposizione degli esseri umani al mercurio avviene principalmente attraverso il consumo di prodotti ittici contaminati da metil-mercurio; attraverso l’inalazione di vapori di mercurio durante le attività lavorative o a causa di emissioni accidentali o attraverso il contatto diretto le persone possono essere esposte al mercurio inorganico.
Le emissioni e i rilasci di mercurio possono influire sulla salute umana e l’ambiente anche in luoghi molto distanti dalle fonti di emissione o di rilascio.
I dati più aggiornati sulla situazione attuale dell’inquinamento da mercurio a livello globale possono essere reperiti nel rapporto “Global Mercury Assessment” pubblicato dall’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) del 2018 (in lingua inglese).
Attualmente è in corso di elaborazione la versione aggiornata del rapporto che sarà pubblicata a breve sul sito dell’UNEP.
Nessun Paese può controllare da solo gli effetti transfrontalieri del mercurio e soltanto attraverso azioni di cooperazione internazionale è possibile controllare la diffusione di questo elemento e dei suoi composti.
Questa consapevolezza ha portato gli Stati a adottare una convenzione vincolante nell’ambito delle Nazioni Unite per ridurre ed eliminare le fonti antropogeniche di mercurio: la convenzione di Minamata, entrata in vigore nell’agosto del 2017.
Con l’adozione della convenzione di Minamata, i governi di tutto il mondo hanno compiuto un passo importante per contrastare le emissioni globali di mercurio che minacciano l’ambiente e la salute di milioni di persone.
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