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Certificazione ambientale


Il punto più importante che caratterizza l’attuale strategia europea può essere individuato nella cosiddetta strategia “Europa 2020” (pdf, 175 KB) che ha individuato tre priorità che devono caratterizzare l’intera azione politica della UE:

  • crescita intelligente: sviluppare un'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione;
  • crescita sostenibile: promuovere un'economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva;
  • crescita inclusiva: promuovere un'economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale.

 

Per affrontare queste priorità, tra loro collegate, la UE ha individuato sette “iniziative faro” che dovrebbero caratterizzare l’impegno dell’Unione da qui al 2020.

Le sette “iniziative faro” sono individuate dai seguenti titoli:

  • L'Unione dell'innovazione
  • “Youth on the move”
  • Un'agenda europea del digitale
  • Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse
  • Una politica industriale per l'era della globalizzazione
  • Un'agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro
  • Piattaforma europea contro la povertà

 

La sfida di principale interesse per le attività portate avanti dal Ministero dell’ambiente è certamente quella che riguarda “l’uso efficiente delle risorse”; sfida che, peraltro è strettamente correlata anche ad altre delle 7 sfide (politica industriale, innovazione, nuovi posti di lavoro, ecc…).

Alla luce degli obiettivi definiti nella strategia e della serietà dei problemi indicati, quello della promozione di una economia più efficiente sotto il profilo dell’uso delle risorse è certamente uno dei principali pilastri che dovranno sostenere l’intera azione comunitaria. A questo proposito la Commissione europea ha definito una “Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse” (pdf, 169 KB).

Questa Comunicazione, che rappresenta una vera e propria strategia d’azione, individua come azione cardine la “Trasformazione della economia” ed in particolare il tema del Consumo e della Produzione Sostenibili (SCP), già oggetto del “Piano d’azione su Produzione e consumo sostenibile e politica industriale sostenibile” (pdf, 179 KB).

Le principali linee d’azione che devono caratterizzare le iniziative nel campo del “Consumo e della Produzione Sostenibili” riguardano due terreni:

  • quello per migliorare le prestazioni ambientali delle attività produttive;
  • quelle del miglioramento dei modelli di consumo.

 

In questi due ambiti, che comprendono ognuno, in parte, anche il tema della distribuzione delle merci, assume un particolare significato il ruolo degli strumenti necessari alla analisi, valutazione e comunicazione delle prestazioni ambientali dei prodotti e delle organizzazioni.
In questo campo la Commissione europea, gli stati membri e le diverse organizzazioni internazionali, hanno, a partire dagli anni ’90, sviluppato strumenti di certificazione ambientale che possono riassumersi nei:

  • sistemi di gestione ambientale (come EMAS);
  • etichette ambientali (ISO Tipo I, disciplinate dalla Norma ISO 14024, es. EU Eco-label);
  • autodichiarazioni ambientali (ISO Tipo II, disciplinate dalla Norma ISO 14021, es. Mobius loop);
  • dichiarazioni Ambientali di Prodotto (ISO Tipo III, disciplinate dalla Norma ISO 14025);
  • marchi ed etichettature obbligatori (es. etichettature di risparmio energetico)

 

Tali strumenti, in particolare, i marchi di tipo I e III, hanno come nocciolo l’analisi del ciclo di vita dei prodotti (LCA) che permette di individuare per ogni fase del ciclo  (dal reperimento e lavorazione delle materie necessarie alla loro produzione, allo smaltimento finale degli stessi), gli impatti ambientali più significativi, permettendo così di definire obiettivi di miglioramento e standard da raggiungere.

Negli ultimi anni, la Commissione europea, ha ritenuto necessario porre in campo delle azioni per cercare di “standardizzare” i vari strumenti riguardanti i prodotti, al fine di renderne più semplice l’utilizzo da parte dei consumatori (sia quelli più esperti che quelli meno), e per rendere il più possibile comparabili i risultati delle analisi (LCA) e i contenuti delle comunicazioni delle prestazione ambientale dei prodotti e delle organizzazioni.

In particolare, da un lato ha definito uno standard per la costruzione di una banca dati europea di LCA “Life cycle data network”, e con la comunicazione sul “mercato unico dei prodotti verdi”, ha lanciato il programma sulla “Environmental footprint” (pdf, 8.320 MB).

Il Ministero dell’ambiente, presta particolare attenzione all’attuazione delle politiche miranti al miglioramento della prestazioni ambientali dei prodotti e dei cicli produttivi. Sia con gli strumenti classici di “comando e controllo”, sia con la promozione degli strumenti volontari come quelli relativi alla certificazione ambientale (come ad esempio l’utilizzo dei sistemi di gestione ambientale, le etichette ambientali), o l’uso di strumenti di mercato come il “Green Public Procurement” (ormai conosciuto con l’acronimo GPP) che fa ampio riferimento alle prestazioni ambientali definite con le etichette ambientali.

Come già detto, in questo ambito, (quello del miglioramento della prestazioni ambientali dei prodotti e dei cicli produttivi) , appare di rilevante importanza sviluppare in modo coordinato con la UE, la diffusione di strumenti che permettano una seria analisi del ciclo di vita dei prodotti e la comunicazione dei risultati di tali analisi a tutti i soggetti interessati: alle pubbliche amministrazione e ai decisori politici per meglio determinare scelte relative alla definizione delle politiche; ai consumatori per permettere scelte più consapevoli nei propri comportamenti (in particolare per quanto riguarda l’acquisto e l’uso dei prodotti).

Il Ministero dell’ambiente è pertanto particolarmente impegnato sul terreno della “certificazione ambientale” con diverse attività che riguardano principalmente:

  • il supporto agli schemi tradizionali di certificazione di sistema (EMAS) e di prodotto (Ecolabel);
  • la promozione della diffusione dello strumento LCA e delle attività riguardanti la messa a punto di un nodo nazionale della banca dati europea LCA (il 6 febbraio 2014, nell’ambito dell’evento di lancio del “Life cycle data network” (pdf, 446 KB), fatto dalla Commissione europea, è stata presentata il primo test di nodo nazionale costruito, con la collaborazione di diverse aziende private, nell’ambito di una collaborazione tra Ministero ed ENEA );
  • con la sperimentazioni di nuovi strumenti di certificazione, coerenti con le indicazioni europee, atti a valorizzazione ambientalmente i prodotti delle filiere produttive nazionali.

 


Environmental footprint 

Raccomandazione 2013/179/UE della Commissione (pdf, 8.320 MB), del 9 aprile 2013, relativa all'uso di metodologie comuni per misurare e comunicare le prestazioni ambientali nel corso del ciclo di vita dei prodotti e delle organizzazioni.

L'impronta ecologica è un indicatore complesso utilizzato per valutare il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della terra di rigenerarle.

Per ulteriori approfondimenti sul programma nazionale vedi la pagina “Impronta ambientale e sostenibilità d’impresa” 

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento 08.02.2022

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